Perche spendere in Slovenia
Articolo scritto sulla rivista mensile Help.
UNITI IN EUROPA, MA €URO DIVISI
Ciascuno di noi, almeno una volta, si sarà trovato nella condizione di andare a visitare e/o fermarsi a mangiare in Slovenia trovando gradevoli località, buon cibo ma soprattutto prezzi ragionevoli. La situazione economica in Slovenia è normale, ma comparandola con l’Europa, di cui ormai fa parte, presenta delle differenze. Abbiamo deciso di capire al meglio questo divario e l’abbiamo fatto grazie alla gentile collaborazione dell’ideatrice del portale www.spendiamomeno.com Tatjana Florenin. In Slovenia, ci spiega la signora, lo stipendio mensile calcolato dallo Stato si aggira, senza troppe variazioni, tra i 500 ed i 700 euro netti e riguarda il 50% dei lavoratori; il 20% riceve una paga che varia fra gli 800 ed i 1000 euro mentre la restante parte, come ci dice la signora Florenin, entra nella categoria della “paga non male” con un reddito mensile che oscilla tra i 1000 ed i 1400 euro. Come in ogni società si individua una minoranza di persone, come manager, direttori, proprietari del capitale, ecc.. , che riceve paghe nella norma europea, qualche volta anche superiori ai 2500 euro. Proprio per questo motivo la situazione economica ed il mercato devono cercare di avvicinarsi il più possibile ai lavoratori. C’è conflitto tra i prezzi che vorrebbero essere europei e le persone che tuttavia non posseggono una grande capacità di spesa. Sarebbe proprio a causa di questa situazione che in Slovenia i prezzi cercano di essere più contenuti per adeguarsi ai consumatori ed implicitamente alle loro possibilità finanziarie. Dal punto di vista dei servizi la differenza sui prezzi si posiziona fra il 30% ed il 60%. Prendendo in considerazione alcune categorie quali il settore legato alla bellezza ed alla cura della persona piuttosto che a quello della salute (dentisti, ginecologi, dottori specialisti ecc ecc), dell’artigianato e via dicendo, si giunge alla conclusione che nella zona slovena i prezzi sono inferiori perché sono collegati allo standard attuale. Questa situazione però ha lasciato inalterata la qualità dei servizi che, nonostante tutto, è rimasta competitiva quanto quella Europea. Per quanto riguarda la sfera del turismo, il boom ha avuto inizio subito dopo il 1990. La maggior parte degli hotel e degli stabilimenti termali ha deciso operare rinnovamenti nei suoi stabilimenti; i centri wellness, che interpretano la richiesta di benessere fisico e psichico delle persone, ormai si trovano ovunque. La viabilità slovena, strade ma soprattutto autostrade che ormai sono in fase di completamento, permetteranno di raggiungere tutte le direzioni. Ulteriore beneficio è dato dai prezzi delle agenzie turistiche che risultano essere i più convenienti. Per quanto concerne il settore alimentare invece le statistiche ci dicono che in media il cibo costa il 15% in meno rispetto a quello italiano. Ci sono prodotti molto più convenienti e addirittura generi alimentari, di aziende molto conosciute, con prezzi nettamente inferiori a quelli italiani. Poi ci sono i ristoranti e le trattorie che, come ho già scritto nel lead di apertura, sono già conosciuti per il consumatore italiano e offrono un ottimo rapporto qualità prezzo. Sono proprio questi i fattori che fungono da incentivo e rendono interessante la zona di confine per il consumatore italiano. Le città sono vicinissime, le strade ottime e la zona bilingue favorisce la reciproca comprensione. Forse l’unico difetto imputabile alla zona slovena è dato dagli esorbitanti costi per l’acquisto di una casa. Questa risulta essere una situazione anormale rispetto allo standard di cui tanto abbiamo parlato e ci è sembrato doveroso prenderla in considerazione. Dai dati raccolti e fornitici dalla stessa ideatrice del sito www.spendiamomeno.com, arriviamo a giungere alla conclusione che specialmente vicino alla costa slovena o a Ljubljana città i prezzi sono altissimi. Variano dai 2.900 a 4.000 euro/mq, per le abitazioni normali e possono superare i 6.000 euro/mq, per appartamenti di dimensioni superiori. Il costo dell’elettricità è di circa quaranta euro mensili per una famiglia composta da quattro persone e che vive su una superficie di circa ottanta metri quadrati mentre l’acqua potabile ha un costo di circa venti euro mensili, se ci si basa sullo stesso esempio del caso precedente. Tale costo cresce considerevolmente nella zona costiera dove troviamo l’acqua più costosa della Slovenia. Il gas arriva attorno ai cinquanta euro mensili che ovviamente aumentano nella stagione invernale e diminuiscono con l’arrivo di quella estiva. Trentasei sono gli euro che si versano per la tv via cavo ed internet e di qualche decina di euro inferiore è il costo della bolletta telefonica. La nostra città, Trieste, sulla base del confronto effettuato con la Slovenia e grazie ai dati che l’Otc ha preso dall’Ufficio Statistico sloveno e precisamente dall’elenco dei prezzi medi, risulta meno dispendiosa della limitrofa e suddetta regione. La differenza su un mini-paniere ristretto a diciannove prodotti supera i dodici euro. Nella nostra città si risparmiano in media circa quarantotto euro per il rifornimento della propria dispensa rispetto alla vicina Repubblica. In conclusione, di questi tempi in cui incombe l’ombra della recessione ogni metodo è buono e lecito per risparmiare. All’introduzione dell’euro ed alla conseguente creazione, nell’immaginario comune, di una base certa di comparazione sui costi dei prodotti finiti dovrà necessariamente seguire la implementazione della possibilità di “riscuotere” tale beneficio dirottando i propri acquisti e le proprie scelte dove effettivamente la convenienza può produrre miglioramenti nella gestione del bilancio familiare ed è per questo motivo che nell’ambito di certe categorie, come visto sopra, globalmente più convenienti sarebbe bello e soprattutto utile a tutti prendere in considerazione la Slovenia quale luogo di rifornimento per almeno una parte delle nostre necessità siano esse quotidiane o non.